Per l'orrore e il raccapriccio dei miei tre lettori, diamo il bentornato al digiuno!
Ricordiamo che tentai un paio di anni fa l'esperimento, ma dopo soli 4 giorni dovetti interrompere, causa gioco di ruolo dal vivo: la sopravvivenza tra i boschi abruzzesi a temperature ampiamente sotto lo zero è già difficile di per sé, senza aggiungerci la mancanza di calorie...
Come direbbe Masini, perchéééééééééé lo faaaaaaaaaai?
Come la maggioranza delle cose, la faccio per un misto di semi-motivazioni, per curiosità, per istinto.
E soprattutto nella convinzione che l'esperienza personale di qualcosa sia sempre preziosa in sé, e che si elevi (e ci elevi) sopra le supposizioni e le paure.
Le semi-motivazioni sono:
di natura salutista, intendendo con questo una visione globale del corpo, comprendendoci dentro anche quei brandelli di sinapsi rimasti a sventolare nella scatola cranica.
di natura pre-spirituale, nel senso che se sopravvivo e sopravvivo bene, mi piacerebbe un giorno fare un digiuno ad libitum, cioè finché non "sento" che posso ricominciare a mangiare. Nella speranza di avere nel frattempo capito qualcosa in più della mia natura di essere umano e quindi, in definitiva, del mondo.
di natura etica, perché si fa presto a dire che viviamo nel superfluo, che consumiamo troppo, che un miliardo di persone muore di fame. Se riesco a vivere per pochi giorni non senza il superfluo, ma senza quello che viene considerato essenziale e necessario, il cibo, allora spero di interiorizzare questo sentimento di esemplificazione, di decrescita e in definitiva di liberazione attraverso il mio corpo e quello che proverò.
QUI potete trovare info varie sul digiuno, il sito è legato a un medico che ho anche incontrato, in una clinica di Roma, prima di rendermi conto di essere troppo povera per permettermi un digiuno assistito.
Ricordiamo che tentai un paio di anni fa l'esperimento, ma dopo soli 4 giorni dovetti interrompere, causa gioco di ruolo dal vivo: la sopravvivenza tra i boschi abruzzesi a temperature ampiamente sotto lo zero è già difficile di per sé, senza aggiungerci la mancanza di calorie...
Come direbbe Masini, perchéééééééééé lo faaaaaaaaaai?
Come la maggioranza delle cose, la faccio per un misto di semi-motivazioni, per curiosità, per istinto.
E soprattutto nella convinzione che l'esperienza personale di qualcosa sia sempre preziosa in sé, e che si elevi (e ci elevi) sopra le supposizioni e le paure.
Le semi-motivazioni sono:
di natura salutista, intendendo con questo una visione globale del corpo, comprendendoci dentro anche quei brandelli di sinapsi rimasti a sventolare nella scatola cranica.
di natura pre-spirituale, nel senso che se sopravvivo e sopravvivo bene, mi piacerebbe un giorno fare un digiuno ad libitum, cioè finché non "sento" che posso ricominciare a mangiare. Nella speranza di avere nel frattempo capito qualcosa in più della mia natura di essere umano e quindi, in definitiva, del mondo.
di natura etica, perché si fa presto a dire che viviamo nel superfluo, che consumiamo troppo, che un miliardo di persone muore di fame. Se riesco a vivere per pochi giorni non senza il superfluo, ma senza quello che viene considerato essenziale e necessario, il cibo, allora spero di interiorizzare questo sentimento di esemplificazione, di decrescita e in definitiva di liberazione attraverso il mio corpo e quello che proverò.
QUI potete trovare info varie sul digiuno, il sito è legato a un medico che ho anche incontrato, in una clinica di Roma, prima di rendermi conto di essere troppo povera per permettermi un digiuno assistito.