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tappa 02: Vitalades-Agios Georgios (Sud)

Eh si', perche' in un'isola di poco piu' di 100 km ci sono due posti con lo stesso nome, alle due estremita' nord-sud.
Salutiamo e paghiamo la presunta nonna della ragazzina scalza, che si e' premurata di identificarsi addirittura in italiano come "la mamma di Spyros" (chi ca..o e' Spyros? Mah!), ci addentriamo per la seconda volta nel verde selvaggio dell'isola, superando un cacciatore baffuto che ci aspettava seduto a un bivio col fucile sulle ginocchia, terrorizzandomi, che pensava fossimo tedeschi (forse in quanto non-tedeschi ci ha risparmiato?).
Saliamo, saliamo e a un certo punto ci si apre la vista dall'alto della costa occidentale. Come dice la guida, da togliere il fiato!
Un mare smeraldo, che si stende oltre i limiti del campo visivo, infinito, incorniciato da scogliere e boschi e ulivi. In molti punti questo mare e questa terra non soffrono un solo segno della presenza umana, non una nave all'orizzonte, non un palo della luce tra le fronde, e io mi sento stordita al pensiero di poter godere della stessa vista di centinaia di anni fa. Mi sento pagana.
Ma la strada scende e ci riporta verso la spiaggia e la moderna civilta', che ci fissa dai lettini sotto gli ombrelloni come se fossimo appena atterrati con un'astronave. In effetti siamo parecchio buffi, camminiamo scalzi sul bagnasciuga, con chili di zaino sulle spalle e l'aria di essere scesi dal paradiso.
Il vero paradosso e' venire fissati dai nudisti. Cosa ti fissi, con quel ciondolino all'aria, eh?
Siamo la principale attrazione turistica per centinaia di metri di spiaggia, finche' per fortuna l'attenzione generale viene attirata da un gatto che vuole palesemente imparare a nuotare, ma riesce solo a fissare terrorizzato le onde. Sigh, ancora soffro per aver mancato la foto.
Grazie alla camminata sulla sabbia bagnata, arriviamo al Golden Sands con le caviglie da fare invidia a Carla Fracci. Domani l'hotel chiude, siamo gli ultimi (e gli unici) clienti della stagione.
Preview di domani: Agios Georgios-Paramonas, 16 km.

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tappa 01: Kavos-Vitalades

Usciamo dalla cena a Kavos un po' storditi per aver dovuto schivare i PR delle taverne che, pur di convincerti a mangiare da loro, erano pronti a sedarti e trascinarti dentro.
Eh, gli effetti collaterali di essere piu' o meno i due soli turisti. O almeno i due soli sobri.
La serata a Kavos diventa surreale quando, a un orario prestabilito, tutti i locali sparano musica tecno a volumi inenarrabili VERSO LA STRADA, peccato che stiano distanti circa 5 cm l'uno dall'altro.
 Pero' finalmente abbiamo capito che uomini e donne in realta' non si incontrano mai, dato che i primi stanno tutti in un locale a ubriacarsi, le seconde stanno tutte in un altro locale-vetrina in cui c'e' un palo per la lap-dance che usano con disinvoltura etilica.
Insomma la mattina partiamo da Kavos lasciando con dispiacere Dimitri e il suo favoloso resort, con la sua benedizione "You are mad...but in a good way".
Attraversiamo spiagge deserte circondate da natura selvaggia, tra ulivi e antichi monasteri diroccati.
Facciamo incontri surreali: il venditore di vino che gira con camioncino, botti e imbuti (o forse vendeva proprio 'MBBUTI???),  un tizio che ci ferma apposta per chiederci se vogliamo fotografarlo (no, grazie), al tizio che ci grida con la massima convinzione "Inglish! Inglish!" (no, I'm sorry), la signora del bar in riva al fiume che mi fa direttamente alzare il coperchio delle pentole per scegliere la pappa (si', grazie! con riflessione: a che cazzo servono i menu' quando puoi scoperchiare e annusare?)
E come dimenticare il pastore che approfittando del mio intenerimento per gli agnellini, intona una vecchia canzone italiana?
Insomma, attraversiamo Spartera e Lefkimmi e un altro paio di villaggetti sperduti, giusto il tempo di ammirare due caproni che si scornano in un cortile, incitati dalla vecchietta proprietaria a fotografarli.
Infine arriviamo a Vitalades, io con una spalla praticamente lussata e Luca con una congestione in corso, ma ce l'abbiamo fatta e 23 km come prima tappa sono un massacro, ve lo assicuro.
Non ci resta che un'ascesa quasi mistica alla nostra stanza, seguendo una ragazzina scalza e un cagnolino irrequieto in cima a una collinetta che si affaccia sul mare.