Come ratto dalle fogne, come vampiro dalle tombe, da questo seminterrato in cui ci guadagniamo da vivere esco al primo sole e strizzo gli occhi cerchiati di grigio.
Cammino in modo buffo evitando i ciuffi di margherite, spio i piccoli nontiscordardime tra i fili d'erba.
Accarezzo una corteccia giovane e sto meglio.
Guardo tra i rami uno scampolo di cielo e cerco di ignorare le punte dei palazzi che entrano nel mio campo visivo.
Cerco un quadrifoglio e un pezzo di una me stessa felice.
Ridiscendo nel cemento con i piedi e la testa un po' più leggeri, con il polline giallo che mi sorride dalla punta delle scarpe.
MARGHERITE
Pubblicato da aRi(A) alle 16:27
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