tappa 05: Benitses-Pelekas

Allora, prima di tutto vorrei ricordare un paio di cose fondamentali riguardo a Benitses: non fate il bagno. Lo so che l'acqua e' cristallina etc..ma ci sono dei piccoli pesci bianchi che tentano di mangiarvi, letteralmente. I morsi sono piccoli, ma i dannati pescetti sono tenaci.
La seconda cosa: andaten pure a mangiare alla Taverna di ZOrbas, ottimo cibo greco a prezzi modici, ma preparatevi a sentire il proprietario dire "Grazie mille!Mille grazie!" ogni dieci secondi circa.
Detto cio', siamo pronti a partire da Benitses e tornare sulla Corfu Trail e il simpatico concierge meccanico Georgi decide di darci un passaggio sulla sua automobilina immatricolata nel 1931, facendoci perdere un'ora di cammino per un tour non richiesto di tutti i 230 villaggi dei dintorni.
La tappa si rivela impegnativa, con parecchie salite e discese che mettono alla prova le mie articolazioni da bicentenaria. Luca mi zompetta felice accanto, dopato dalla Tachipirina 1000 grazie a un raffreddore palesemente simulato.
Passiamo in un posto magico, un bosco con strane formazioni calcaree che sembrano, o forse sono, resti di antiche costruzioni fortificate, uno di quei posti che evoca riti pagani e fiaccole e grida.
Lungo la strada non mancano incontri costruttivi, come la signora che coglie le olive in comodi sacchi da una tonnellata e il contadino con asino carico di legna al seguito che ci rallegra con le sue maledizioni greche incomprensibili. Non ci facciamo mancare neanche l'allucinazione di uno svedese vestito da calciatore che corre su e giu' nel bosco per allenarsi.
Un tranquillo monastero e qualche villaggio pittoreso dopo, accade l'impensabile: incontriamo un'altra camminatrice, tale Johanna dal distretto dei laghi, inglesissima. Tostissima, parte da sola dopo la tipica sola data da un amico e per ora sopravvive alle zanzare e alle vesiche.
Quando alla fine arriviamo a Pelekas, abbastanza provati, pare che nessuno sappia dove si trovi il nostro albergo, tranna che e' sicuramente fuori dal villaggio. Scatta il panico, finche' per fortuna il gestore non ci viene a prendere, spiegandoci che sanno benissimo dove stia il suo albergo, semplicemente tentano di farti dormire nel loro, di albergo. Di nuovo quest'aggressivita' di fine stagione turistica...
Per fortuna Villa Myrto e' un posto carino e campagnolo, con tanto di piscina surreale in mezzo alle colline e asino, geco e tanti gatti.





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