1 commenti

tappa 11: Krinia-Agios Spiridon

Quando il gioco si fa duro...il gioco si fa duro (come direbbe Paolo Bitta), per cui dopo una colazione che include le patatine fritte richiamiamo il taxi e ci facciamo riportare indietro, dove avevamo smesso di camminare la sera prima.
A momenti dimentico la guida in camera, me ne ricordo in tempo e tutta gaia salgo sul taxi, ignara di aver dimenticato una cosa ben piu' importante: l'acqua! E mica solo io, pure quell'altra mente eccelsa di Luca!
Il motivo e'che oggi camminiamo senza zaino, dato che dobbiamo tornare a dormire nello stesso posto, e tutti i nostri riferimenti sono andati a farsi benedire.
A tal proposito, lasciatemi dire che dopo due settimane camminare improvvisamente senza dieci chili sulle spalle e'molto, molto strano.
Attraversiamo di corsa un bosco dove le zanzare non aspettavano altro che il nostro sangue, per poi sbucare quasi direttamente sul mare.
Il sentiero segue la linea della costa, camminiamo tra le rocce appuntite delle scogliere, col mare nervoso che si infrange tra gli scogli accanto a noi.
Prima che possiamo rendercene davvero conto, e fortunatamente prima di morire di sete, arriviamo alla chiesetta di Agios Spiridon, ovvero la fine del linea rossa sulla mappa, le parole "you made it"sulla guida, l'ultima polvere sugli scarponi. Siamo arrivati alla fine della Corfu Trail!
Un po' felici e un po'tristi, annusiamo l'odore dell'isola e mangiamo pensosi lo tzatziki.
E lasciamo due mele morsicate come offerta agli dei, in onore di Steve Jobs.

0 commenti

tappa 10: Sokraki-Acharavi

La partenza da Sokraki e' allietata dalla signora che ci regala un piccolo souvenir dipinto da lei e ci ha spontaneamente preparato i panini, sapendo che andiamo a piedi. Io commossa la abbraccio, anche perche' parla solo greco.
Grazie alla Stronza la mattinata comincia con vari dilemmi sulla strada da seguire in mezzo alle frasche, infine giungiamo al villaggio di Spartilas, dove sostiamo in un bar per prepararci all'impresa che ci aspetta oggi: le pendici del monte Pantokrator, la cima piu'alta dell'isola.
Il barista ci esorta benevolmente a non dimenticare i nostri bastoni: "vi serviranno per i serpenti".
Nonostante questo ci metta le ali ai piedi, e'impossibile arrivare in cima nel tempo previsto da quella Stronza infame sulla guida. Anche perche' attraversiamo posti meravigliosi che meritano piu'di un'occhiata fugace: il sentiero a strapiombo sulla costa, la cappella abbandonata di Taxiarchis con tanto di affreschi, l'altopiano infinito spazzato dal vento.
E poi, una volta aggirato il cocuzzolo della montagna, la stradona panoramica dove all'improvviso ti appaiono davanti le cime brulle della costa albanese, e la valle incantata, con muretti e rovine che disegnano geometrie antiche e cespugli burtoniani dagli artigli neri.
Entriamo nel villaggio semi-abbandonato di Perithia, dove ci lasciamo sedurre dalle case in pietra e dalla celebrata torta di noci, miele e cannella, fatta esclusivamente con prodotti locali.

Insomma, per farla breve siamo in ritardo mostruoso e il sole sta gia'scendendo, la luce ancora piu'velocemente sparisce a causa delle montagne che ormai ci circondano.
Il tempo di leggere le parole "fitta foresta" sulla parte che ancora ci attende, di guardarci negli occhi...TAXIIIIIIIIIIIIIIIII!
Con grande scorno e gli occhi bassi, abbandono la canna di bambu'che finora mi aveva accompagnato tra fossi, corsi d'acqua e cani ostili. Mi sento come Sampei nelle puntate piú tristi.
E una volta giunti in hotel, non riusciamo neanche a sintonizzarci sulla vecchia arcigna e i suoi superzoom.

0 commenti

tappa 09: Agios Georgios-Sokraki

Abbiamo un fattore C talmente alto che oggi gia' non piove piu'.
La tappa di oggi e' all'insegna dei boschi (ma dai?) ma la cosa incredibile di Corfu e'che i paesaggi sono sempre diversi. Per cui qui a nord i boschi sono come quelli delle nostre montagne minori, si fatica a credere che a pochissimi chilometri ci sia il mare.
Il passaggio piu' bello e' un percorso chiamato il Queens Leap, dopo aver guadato un piccolo fiume  e aver cercato di nascondere un gattino abbandonato nello zaino di Luca.
All'arrivo nel villaggio di Sokraki degustiamo la Ginger Beer, una delizia locale frizzante allo zenzero, probabilmente la cosa piu' dissetante al mondo.
La signora dell' Agallis Residence ci accoglie familiarmente in maniera squisita, con tanto di nonna greca accanto al focolare e cesto con passata di pomodoro e marmellata fatte da loro, nonche' acqua e birra in frigo, antizanzare pronto e brindisi con Koum Quat, il buonissimo liquore dell'isola. Altro che resort di lusso, tze'!

0 commenti

tappa 08: Paleokastritsa-Agios Georgios North

Devo amaramente confessare che non c'e' stata nessuna serata trash greca, causa bassa stagione l'hanno rimandata al sabato...poi abbiamo fatto una colazione "ginnica" grazie al nugolo di vespe che ci tormentava (non fate mai e poi mai colazione a Paleokastritsa, meglio la fame).
A inizio camminata passiamo davanti al camping di Joanne e vediamo una tenduccia solitaria sotto gli ulivi...quello sara' l'ultimo avvistamento ufficiale dell'inglesina.
Salitona bestiale con vista sul golfo, per arrivare alla fortezza abbandonata di Angelocastro, dove volevo quasi quasi cacciare dallo zaino la spadina di plastica e fare un po' l'idiota, peccato fosse chiusa. Volevamo anche scavalcare il cancello, se e' per questo, ma una tedesca obesa ci teneva d'occhio dal basso.
Percorriamo una strada a zig zag che scende giu' a picco su una scogliera, a meta' tra l'emozione e il terrore, visto che abbiamo dovuto scavalcare dei massi piu'alti di noi, palesemente precipitati dal picco roccioso.
Inizia a scendere una pioggerellina, e con essa il freddo. Entriamo ad Agios Georgios del nord bagnati, con varie morti scampate sulle spalle e un cane idrofobo che ci insegue latrando. Amarum in fundo, l'Hotel e' fuori dal centro e per i pochi ospiti ha preparato un unico piatto: polpette! (da esclamarsi con delusione vegetariana, non con l'entusiasmo di Giuliano di Kiss Me Licia).

2 commenti

giorno di riposo: Paleokastritsa

La cosa fondamentale e' la scoperta in TV di una telenovela turca con sottotitoli greci con una vecchia cattivissima, sempre vestita di nero, con zoom a velocita' supersonica sulle sue occhiatacce. Da' dipendenza, devo capire come procurarmela in Italia.
Visitiamo un monastero (ma va'?direte voi) ma dovete capire che sono posti incredibili, con viste mozzafiato sul mare, circondati dalle foreste, pieni di fiori, di gatti e di polverose icone sacre. Trascinati da un'improvvisa e indesiderata orda di turisti, ci ritroviamo con due ceri in mano e qualche moneta in meno in tasca. Accendo il cero e lo pianto vicino ai suoi simili in un piatto pieno di sabbia, proclamando che tanto gli dei ortodossi non potranno mai essere benevoli verso di me.
All'uscita del monastero troviamo due tizie che sembrano vestite nel costume tradizionale di Frosinone e si fanno la foto a pagamento con i turisti. La cosa geniale e' che le foto vengono esposte la' fuori e se non compri la tua, rimane davanti agli occhi di tutti questa brutta testimonianza di te che pensi di uscire con l'animo pacificato dal monastero e invece flash! ti fanno la foto a tradimento.
Il tempo, come il meteo prediceva, sta iniziando a cambiare e stamattina ci siamo stoicamente fatti il bagno in spiaggia nonostante le prime nuvole. Non abbiamo potuto visitare le spiaggette selvagge dei dintorni, raggiungibili solo via mare, dato che le barche non uscivano a causa del maltempo.
Mmh...temo che domani ci tocchi il primo giorno di cammino sotto la pioggia.
Ma per ora non pensiamoci, rallegriamoci che ci aspetta la seratona animata da celebrita' locali di musica greca! Mi tocchera' bere parecchio e lanciarmi in un selvaggio sirtaki?
A proposito di bere, grazie Veny di avermi consigliato lo tsipuro senza anice, e' stato come bere la trielina, potevo dare fuoco ai rutti. Sei una vera amica.

0 commenti

tappa 07: Ermones-Paleokastritsa

Il risveglio nel supermega hotel e' inaspettatamente amaro: manca l'acqua in tutta la struttura!
Ci consoliamo con una colazione pantagruelica da mandare lettere di scusa ai bambini dell'Africa.
Alle 9 in punto l'inglesissimamente puntuale Joanne ci aspetta davanti al cancello, dato che la sera prima ci eravamo incontrati per caso e messi d'accordo per camminare insieme.
Un po' Joanne non chiacchierava con qualcuno da giorni, un po' a me piace ciarlare in inglese, fatto sta che  Luca si teneva prudentemente a distanza per godere ancora del silenzio dei boschi.
Ovviamente a forza di cazzeggiare ci perdiamo dopo 5 minuti e arriviamo per una scorciatoia alternativa al paesello di Giannades, dove ci mettiamo solo un'ora a orientarci e riprendere il percorso segnato; in compenso la piazza del paese ha una notevole vista a 180 gradi sull'isola.
Percorriamo la cosiddetta "Olive Way", in cui per chilomentri passi soltanto attraverso uliveti, con le foglie argentate e la luce che filtra attraverso, creando un'atmosfera irreale. Nel frattempo ho modo di conoscere meglio Joanne, 43 anni portati meravigliosamente, un tipino acqua e sapone alla Jodie Foster con abbastanza senso dell'umorismo da ridere del mio sarcasmo italiano.
Avvistiamo anche due camminatori davanti a noi, giusto il tempo di vederli sbagliare strada... Addio, sconosciuti compagni di viaggio.
Dopo un tempo infinito in cui cielo e terra erano tappezzati di sole radici e rami nodisi di ulivo, sbuchiamo sulla spaiggia di Liapades, dove la Stronza (per Joanne ribattezzata "the Bitch") ci fa percorrere un folle passaggio a bordo piscina di un albergo (si', certo, prova a farlo in agosto, brutta stronza) per poi salire su un paio di metri di roccia...come? con una scala appoggiata alla roccia, naturalmente. Divertente, non fosse per gli zaini di 10 chili sulle spalle.
Lasciamo Joanne ad un camping, dato che coraggiosamente porta il peso di sacco e tenda nello zaino, e finalmente scendiamo gli ultimi tre chilometri di asfalto fino a Paleokastritsa.

2 commenti

tappa 06: Pelekas-Ermones

Dopo una piacevole colazione a bordo piscina, sappiamo gia' che oggi ci attendono pochi chilometri.
Scendiamo ad una delle spiagge piu' belle di Corfu, Myrtiotissa, che e' dotata di vari gadget: scogli decorativi, scogliere a picco con flora rigogliosa, mare cristallino e sabbia fina e chiara.

Ma soprattutto, e' la spiaggia ufficiosa dei nudisti di Corfu.
C'e' bisogno che ve lo dica? Dopo due minuti eravamo letteralmente "palle all'aria" (Luca piu' letteralmente di me), perfettamente mimetizzati tra frikkettoni, famigliole e coppie gay.
Fare il bagno completamente nudi in un posto cosi' incantevole...beh, indescrivibile. E sapete una cosa? Senza i vestiti, anche tutte le pippe mentali sull'estetica e il corpo cadono giu'. E un culo e' un culo, punto e basta, bello o brutto che sia, degno di splendere fiero al sole quanto qualunque altra cosa.
A parte cio', ho ricevuto un altro grande insegnamento: i piselli galleggiano.
A un certo punto Luca riconosce la camminatrice inglese Johanna, sulla spiaggia adiacente alla nostra. Come potevo resistere a zompettare via mare tutta ignuda per salutare una conosciuta il giorno prima? Beh, ci siamo fatte grasse risate!
Una volta dismesso il costume adamitico per quello da viaggiatori, visitiamo un candido monastero arroccato sul mare, traboccante di icone sacre e fiori sgargianti, per poi goderci una bella salitona su per la montagna col sole di mezzogiorno. Quasi come un miracolo, ci sorprende una pioggia inspiegabile di una nuvola solitaria, mentre il sole continuava a splendere.
Tappa breve, quindi arriviamo meno distrutti del solito a Ermones dove ci attende, signore e signori, la Junior Suite del Roccabella Hotel. Solo la reception e' grande come un albergo normale.
Le suites sono arroccate sul fianco della scogliera, ovviamente con vista mare.

A parte la stanza con divanoni vari, la cosa sconvolgente e' il bagno: Luca mi chiama esterrefatto per mostrarmi la carta igienica con il primo strappo piegato intenzionalmente, per facilitare la presa. Eh gia', e' nel momento del "bisogno" che apprezzi le comodita'...
Poi ovviamente, non ce lo metti il telefono nel bagno? O la filodiffusione del sonoro della TV in camera, cosi' che se ti scappa la pupu' non ti perdi le battute di Biutiful?
Morale della favola, mi faccio la doccia con  sottofondo di musica neomelodica greca, mi abbronzo a bordo piscina e mi godo il secondo tramonto sul mare di questo viaggio.




0 commenti

tappa 05: Benitses-Pelekas

Allora, prima di tutto vorrei ricordare un paio di cose fondamentali riguardo a Benitses: non fate il bagno. Lo so che l'acqua e' cristallina etc..ma ci sono dei piccoli pesci bianchi che tentano di mangiarvi, letteralmente. I morsi sono piccoli, ma i dannati pescetti sono tenaci.
La seconda cosa: andaten pure a mangiare alla Taverna di ZOrbas, ottimo cibo greco a prezzi modici, ma preparatevi a sentire il proprietario dire "Grazie mille!Mille grazie!" ogni dieci secondi circa.
Detto cio', siamo pronti a partire da Benitses e tornare sulla Corfu Trail e il simpatico concierge meccanico Georgi decide di darci un passaggio sulla sua automobilina immatricolata nel 1931, facendoci perdere un'ora di cammino per un tour non richiesto di tutti i 230 villaggi dei dintorni.
La tappa si rivela impegnativa, con parecchie salite e discese che mettono alla prova le mie articolazioni da bicentenaria. Luca mi zompetta felice accanto, dopato dalla Tachipirina 1000 grazie a un raffreddore palesemente simulato.
Passiamo in un posto magico, un bosco con strane formazioni calcaree che sembrano, o forse sono, resti di antiche costruzioni fortificate, uno di quei posti che evoca riti pagani e fiaccole e grida.
Lungo la strada non mancano incontri costruttivi, come la signora che coglie le olive in comodi sacchi da una tonnellata e il contadino con asino carico di legna al seguito che ci rallegra con le sue maledizioni greche incomprensibili. Non ci facciamo mancare neanche l'allucinazione di uno svedese vestito da calciatore che corre su e giu' nel bosco per allenarsi.
Un tranquillo monastero e qualche villaggio pittoreso dopo, accade l'impensabile: incontriamo un'altra camminatrice, tale Johanna dal distretto dei laghi, inglesissima. Tostissima, parte da sola dopo la tipica sola data da un amico e per ora sopravvive alle zanzare e alle vesiche.
Quando alla fine arriviamo a Pelekas, abbastanza provati, pare che nessuno sappia dove si trovi il nostro albergo, tranna che e' sicuramente fuori dal villaggio. Scatta il panico, finche' per fortuna il gestore non ci viene a prendere, spiegandoci che sanno benissimo dove stia il suo albergo, semplicemente tentano di farti dormire nel loro, di albergo. Di nuovo quest'aggressivita' di fine stagione turistica...
Per fortuna Villa Myrto e' un posto carino e campagnolo, con tanto di piscina surreale in mezzo alle colline e asino, geco e tanti gatti.





6 commenti

tappa 04: Paramonas-Benitses

...ovvero come rendere tutto piu' difficile prenotando l'albergo a Benitses, fuori dal percorso segnato.
Iniziamo la tappa alla grande, con circa 400 metri di pendenza del 99,9% che inaspettatamente abbiamo retto con dignita'. Ma non sapevamo che era solo l'inizio.
Colei che da qui in poi verra' indicata come la Stronza, ovvero quella che ha redatto la guida, deve aver deciso di sbronzarsi proprio mentre scriveva questa tappa, in cui mancano spesso anche i segni gialli che segnano il percorso, per cui alla fine dopo un paio di villaggetti pittoreschi ci perdiamo miseramente, tanto da tirare fuori la bussola! che avevamo comprato da Decathlon sogghignando sarcastici.
Sotto il sole a picco, senza sapere come, giungiamo a Strongili, dove veniamo miracolati, dopo tante disavventure. Nonostante sia domenica, il signor Spiros ha tenuto il bar aperto e, impietosito nel vederci arrivare dalla direzione sbagliata, ci indica proprio di fronte al suo bar il segnale per la Corfu Trail.
Con la panza piena dell'ottima mussaka preparata dalla moglie di Spiros, sconvolti da suo figlio/nipote bimbominkia che inspiegabilmente parla come Biscardi (DANK IU) riprendiamo il cammino.
Una delle nostre soste viene allietata da una pecora nera e un gallo bianco che duettavano da un capo all'altro del bosco senza vedersi, mentre l'altra sosta a Komianata degenera in tragedia.
Dato che dobbiamo deviare dal percorso segnato per raggiungere l'albergo, chiedo informazioni e becco tale Costas, che in apparenza e' una botta di fortuna incredibile, dato che si presenta come uno dei responsabili del mantenimento della Corfu Trail.
Per questa cosa si pavoneggia per circa mezz'ora, poi ci indica come "tagliare" per Benitses, seguendo un sentiero invece che la strada principale.
In pochi minuti scopriamo che il suddetto sentiero e' stretto 30 centimetri e ripidissimo scende sulla costa in mezzo agli ulivi. Impieghiamo il doppio del tempo rispetto alla strada lunga per quanto e' accidentato e mal segnalato, con un tizio in motorino che ogni volta che sbuchiamo sulla strada principale ci corregge la direzione, considerandoci chiaramente degli idioti.
In tutto cio', io ovviamente mantengo calma, dignita' e classe imprecando equamente  contro la Stronza che ha scritto la guida e lo stronzo che ci ha indicato il sentiero, scacciando le zanzare con una spada di plastica trovata per terra e spillando sangue dal polpaccio grazie ai rovi che cercano di trascinarmi negli inferi.
E quando ormai Benitses sembra una meta irraggiungibile, il bosco si apre e come per magia ci ritroviamo davanti al cancello del nostro albergo.
Oggi, mentre scrivo, e' stato il primo giorno di pausa in cui non abbiamo camminato e dopo pizza, spiaggia e sonno tutto cio' sembra cosi' estraneo, cosi'lontano...e invece, tra 12 ore...



0 commenti

tappa 03: Agios Georgios-Paramonas

Vorrei ripartire dalla sera ad Agios Georgios, dove il concierge dell'hotel, bono come il pane, mi offre da bere (no, grazie!!! alla Frau Blucher al rovescio)
Risveglio proteico con colazione in camera e poi via! verso il deserto, ovvero una lingua di sabbia che divide il mare dal lago Korission, punteggiata da cespugli di ginepro e poco altro.
Ci perdiamo felicemente nel bosco che costeggia il lago, passiamo a 4 zampe un ponte di tronchi marci, (dove Luca dimostra le sue doti di supereroe trascinando entrambi gli zaini). Ecco, li' cavremmo apprezzato un po' di umana empatia dall'abitante della casetta sul fiume, che invece ci osserva indifferente sversando una bottiglia da un litro e mezzo di piscio nel fiume (William, ti ho pensato in quel momento!).
Una sosta refrigerante in un bar sulla spiaggia ci conforta delle nostre disavventure, grazie anche al cagnone bianco uscito direttamente da Belle e Sebastien e ai Simply Red in sottofondo.
Superiamo un fantastico passaggio su una scogliera a picco sul mare, dove l'asfalto e' franato e devi camminare nella parte di strada rimasta, una casa sull'albero nel mezzo del bosco come nelle fiabe (tranne che per i rudi  abitanti operai) e un paio di teteski che intelligentemente ci chiedono se vestiti cosi' non abbiamo caldo (commento di Luca: e voi non avete voglia di andarvene a fanculo???).
Infine veniamo ripagati di tutto quando Paramonas ci accoglie col suo lungo, mistico tramonto sul mare.